Ville e palazzi nobiliari di Palermo

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Alla scoperta delle dimore storiche 

Tra le meraviglie di Palermo, ciò che attira maggiormente l'attenzione dei visitatori è senza dubbio la bellezza di alcune ville e di alcuni palazzi nobiliari. Dal Settecento nell'ambiente aristocratico palermitano iniziò a svilupparsi il desiderio di costruire fuori le mura della città delle residenze circondate dalla natura in cui trascorrere momenti di svago e relax. La zona prescelta per le ville fu la Piana dei Colli, sia perché l'area di Bagheria era ormai al completo sia perché il clima di quel territorio pianeggiante era sempre mite e piacevole. 

Dimora storica della potente famiglia Valguarnera per circa 3 secoli, Villa Niscemi fu edificata su un baglio agricolo risalente al Seicento e successivamente adibita a casina di caccia, vista la sua vicinanza al Real Parco della Favorita, in cui la dinastia dei Borbone amava cacciare. Nelle sue sale, la famiglia Valguarnera ospitò Ferdinando IV e Maria Carolina d'Austria, dando il via al periodo d'oro della villa: furono, infatti, ristrutturati gli esterni e decorati con motivi tardo-settecenteschi, e arricchiti gli interni con damaschi e opere d'arte. Tra queste troviamo un importante quadro raffigurante l'imperatore Carlo Magno intento a consegnare lo stemma della famiglia. Oggi l'antica residenza, che sorge in Piazza Niscemi, è sede di alcuni degli uffici di rappresentanza del Comune ed è visitabile dal lunedì al sabato - previo appuntamento - dalle 09:00 alle 12:30 e la domenica e i festivi dalle 09:00 alle 13:00. L'ingresso è gratuito. 


Una delle ville meglio conservate è sicuramente Villa Scalea, in via Scordia, voluta nel 1717 dal principe di Scordia Giuseppe Branciforte, il quale ebbe l'ingegno di trasformare una chiesa di padri gesuiti del Cassaro in una grande e meravigliosa residenza cinta da un giardino ricco di piante esotiche e rare. Verso la fine dell'Ottocento fu ereditata da Francesco Lanza e Spinelli, principe di Scalea, da cui ne deriva il nome. Al momento è la location ideale per congressi, matrimoni e servizi fotografici. Un altro gioiellino palermitano è la Villa Bordonaro ai Colli, in via del Fante, celebre per aver ospitato Ferdinando III e la sua sposa Carolina durante l'esilio in Sicilia. Al suo interno custodisce una meravigliosa collezione di opere del Canaletto, di Tiziano e dell'Arcimboldo, mentre all'esterno si possono ammirare alberi secolari come le palme nane, le agavi giganti, il Ficus magnolia; il giardino è inoltre abbellito da statue e vasche. Attualmente è la residenza dei Baroni Chiaromonte Bordonaro, che sovente aprono la villa ad eventi privati e pubblici. Infine, merita di certo menzione la Villa Boscogrande, realizzata dal Duca di Montalbo nel 1768 seguendo le influenze architettoniche dell'imponente reggia francese di Versailles. Affascinato da questa dimora, che sorge in via Tommaso Natale, il regista Luchino Visconti scelse proprio questi luoghi per girare le scene iniziali del colossal Il Gattopardo, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. 

Ma la storia della città di Palermo passa anche per i suoi palazzi nobiliari. Sontuosi e opulenti, sono scrigni ricolmi di opere d'arte e testimonianze d'importante valore culturale e vi lasceranno davvero senza parole. Potete iniziare il vostro viaggio tra queste perle dal Palazzo Mirto, in via Merlo, nel cuore del centro storico. Nota per essere stata per secoli la dimora dei Filangieri, una delle più importanti famiglie normanne, è arredata con lampadari di Murano, porcellane, arazzi, orologi, ceramiche, maioliche e pannelli. Il museo è aperto dal martedì al sabato dalle 09.00 alle 18.00, mentre la domenica e i festivi dalle 09.00 alle 13.00. In Piazza Croce dei Vespri troviamo invece Palazzo Valguarnera, uno dei maggiori esempi del Rococò siciliano, voluto fortemente dal principe Pietro Valguarnera e costruito nel Settecento. Il motivo per il quale è uno dei più famosi e visitati è il suo salone di rappresentanza: qui fu girata, infatti, la significativa scena del ballo de Il Gattopardo di Visconti. Ma non si deve dimenticare che questi ambienti devono la loro magnificenza all'opera di grandi artisti come il Serenario, il Fumagalli, il Marabitti, il Velasco e l'Interguglielmi. Il sito è visitabile prenotando telefonicamente al numero 091 616 2718 per gruppi non inferiori a 20 persone.


Da visitare sempre nel centro storico della città è il Palazzo Ajutamicristo, che prende il nome dal barone di Misilmeri e di Calatafimi Guglielmo Ajutamicristo. Eretto tra il 1496 e il 1501, fu la meta preferita da personaggi molto influenti come la Regina Giovanna, l'imperatore Carlo V, il Re di Tunisi Muley Hassan e Don Giovanni d'Austria, vincitore della battaglia di Lepanto. La residenza signorile è abitata, oggi, dai baroni Calefati che hanno ricavato da alcune stanze un delizioso B&B, anche se una porzione è di proprietà della Regione Sicilia e della Soprintendenza ai beni culturali. In questa fetta di palazzo vengono presentate opere di Ignazio Marabitti, Domenico Gagini e le due stele Mellerio commissionate ad Antonio Canova. Presso le sale espositive vi è una collezione di carrozze Martorana Genuardi.

Grandiosa dimora di Manfredi Chiaramonte, conte del feudo di Modica, il Palazzo Chiaramonte-Steri, in piazza Marina, fu residenza nel 1571 dei Viceré spagnoli e, successivamente della Regia Dogana. Inoltre, dal 1600 al 1782 fu la sede del tribunale dell'Inquisizione. Da non perdere è la Sala Magna con i suoi dipinti realizzati sul soffitto ligneo fra il 1377 e il 1380. Tra le figure principali si possono evincere temi legati all'esaltazione della donna, tornei cavallereschi e un forte attaccamento alla religione. Nelle prigioni dello Steri, invece, vengono conservati i graffiti dei carcerati, imprigionati sotto l'Ancien Régime, e delle recluse accusate di stregoneria. Oggi ospita il Rettorato dell'Università degli Studi di Palermo. Un fulgido esempio di architettura gotico-catalana si può notare al Palazzo Abatellis, in via Alloro. Residenza del maestro Portulano del Regno, Francesco Abatellis, l'edificio, dopo la morte della moglie, passò ad un gruppo di suore che nel 1526 istituirono un monastero: Santa Maria della Pietà. In alcune sale del palazzo sono esposte numerosi pezzi d'arte, come quelli di Pietro Novelli, Domenico e Antonello Gagini, Vito d'Anna, Filippo Paladini e Antoon Van Dyck. Il museo è aperto dal martedì al venerdì dalle 09.00 alle 18.00 e il sabato e la domenica dalla 09.00 alle 13.00.
 

 

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